venerdì 18 luglio 2014

Cesarina Ferruzzi e la Green Economy

Per Green Economy si intende un vero e proprio modello di sviluppo economico ed imprenditoriale che sia sensibile alle tematiche riguardanti l’impatto ambientale, ovvero i potenziali danni provocati all’ambiente, in modo da poterlo monitorare e contenerlo entro limiti sostenibili.

Negli ultimi anni il tema dell’Economia Verde è stato proposto e riproposto a tutti i livelli, anche quello politico, accrescendo la convinzione che sia l’unico modello possibile da adottare nelle economie future, come esposto dall’Onorevole Prestigiacomo, la quale sostiene che “questo nuovo vento porterà un cambiamento nella direzione dell’eco sostenibilità associata ad obiettivi economicamente plausibili, cioè accettabili sul piano logico”.

Anche le attività di Waste Management, bonifica di siti e depurazione di acque inquinate devono necessariamente riservare un occhio di riguardo per garantire il minimo impatto ambientale possibile; le società che operano in questi settori sono un potente mezzo per lo sviluppo della Green Economy, presentando un duplice collegamento con essa: infatti aziende come quelle rappresentate da Cesarina Ferruzzi, Gruppo Green Holding, da un lato nascono con l’intento di preservare l’ambiente tramite il loro operato e dall’altro potrebbero essere considerate impattanti sull’ambiente, benché a minimi livelli. Si profila quindi la necessità di non investire solamente nella progettazione e nello sviluppo di nuovi impianti, ma anche nella riqualificazione dei materiali che potranno poi in seguito essere riutilizzati invece che smaltiti. Purtroppo, nonostante l’appoggio dell’opinione pubblica e delle amministrazioni locali, manca un sistema di regolamentazione, programmazione e direzione a livello centrale, conseguenza di un susseguirsi, da ormai trent’anni, di governi poco attenti al tema e in grado di produrre solamente un groviglio di cavilli burocratici e legislativi destinati a complicare non poco la situazione. Le imprese che operano nella difesa dell’ambiente devono quindi ottenere una maggior attenzione da parte di istituzioni e operatori economici: tramite piani nazionali e/o regionali di gestione ecosostenibile dei rifiuti urbani, di bonifica di siti contaminati, di potabilizzazione e depurazione di acque si potrebbero produrre contributi molto importanti a sostegno della difficile situazione economica in cui ci troviamo.

Le aziende di categoria sono però quasi sempre trattate in modo ostile, benché presentino tutte le documentazioni necessarie a svolgere l’attività, come le certificazioni ambientali, le iscrizioni ad appositi albi e modelli organizzativi interni basati sulla responsabilità degli amministratori. Nelle aziende attive in questo settore la formazione è continua, volta a garantire la maggior qualità possibile nei servizi, nei processi, fornendo un valore aggiunto all’interno della comunità in cui le aziende sono chiamate ad operare. Sono però necessari strumenti agevolativi dedicati alle suddette aziende in modo da consentire un investimento continuo nella ricerca e nelle tecniche utilizzate, per consentire una maggior difesa dell’ambiente in cui viviamo tutti noi. Si può pensare di creare una rete di imprese in grado di fare fronte comune nel corso dei vari interventi istituzionali (presso Governo, Parlamento, Confindustria ecc…) e per valorizzare le attività e la professionalità di chi opera nel settore, aprendo le porte anche ad altre strutture che operino in settori affini e “confinanti”, unendo le forze per una presa di coscienza comune.    

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